Buongiorno a tutti, oggi vi scrivo tralasciando attrezzature tecniche e materiali, vorrei raccontarvi la storia di Paul Fusco, fotografo di Magnum scomparso il 15 Luglio.
La storia
Paul Fusco nasce nel 1930 a Leomister in Massachusetts.
Come per molti altri fotografi, a 15 anni la fotografia nasce come hobby. Dal 1951 al 1953, durante la guerra di Core, Fusco lavora come fotografo nei corpi di comunicazione dell’esercito degli Stati Uniti.
Rientrato in patria si iscrive alla Ohio University, studia foto giornalismo e e acquisisce la laurea in Belle Arti nel 1957.
Trasferitosi a New-York City, intraprende la professione di fotografo e si inserisce nello staff di Look, un periodico fondato nel 1937, dove ha continuato a lavorare fino al 1971, anno di chiusura della rivista.

Il ruolo di Paul Fusco
Paul, ebbe da sempre a che fare con importanti accadimenti sociali della storia americana e non solo.
A qui tempi il ruolo del fotogiornalismo e del fotogiornalista (molto più di oggi, in cui siamo invasi di immagini di ogni genere e fonte) fu direttamente correlato all’orientamento dell’opinione pubblica.
Paul realizzo reportage per la situazione dei minatori nel Kentucky, la vita del ghetto latino a New York, la sperimentazione culturale in California, la vita afroamericana nel Delta del Mississippi, il proselitismo religioso nel Sud e i lavoratori migranti.
Ha lavorato anche in Inghilterra, Israele, Egitto, Giappone, Giappone, Sud-Est asiatico, Brasile, Cile e Messico, e ha fatto un ampio studio dei Paesi della Cortina di ferro, dalla Finlandia settentrionale all’Iran.
Nel Marzo del 1966 ha documentato ampiamente con reportage, la marcia di 75 lavoratori agricoli, che per protestare contro lo scarso salario e le condizioni di lavoro, hanno percorso 340 miglia da Delano a Sacramento.

RFK Funeral Train
Probabilmente il lavoro di Paul Fusco più famoso è stato RFK Funeral Train.
Nel 1968 lavorativa ancora per Look e l’agenzia gli commissionò il reportage sul viaggio del treno funebre che trasportava la bara di Robert F.Kennedy dopo il suo assassinio.
Dell’assassinio Fusco disse: “Il colpo fu monumentale. La speranza era stata di nuovo infranta e i più bisognosi di speranza affollavano i binari dell’ultimo treno di Bobby, sbalorditi dall’incredulità, e guardavano quella speranza intrappolata in una bara passare e sparire dalle loro vite”.
Si disse che sali sul treno con tre macchine fotografiche e trenta pellicole, ma ebbe l’intuizione giusta, fotografie la gente, i cittadini, che assistevano ala passare del treno, sgomenti, affranti, traditi nella speranza di un cambiamento, di una nuovo corso della storia.
Immagini straordinarie, autentiche, la vera forza della fotografia.
Da questo reportage è nato un libro RFK Funeral Train. il ritratto di una nazione in lutto.
Dopo la chiusura di Look nel 1971 Paul Fusco, si rivolge alla Magnum Photos, diventa sociao nel 1973, le sue immagini vengono pubblicate sulle principali testate americane tra cui TIME, Life, Newsweek, il New York Times Magazine, Mother Jones e Psychology Today, oltre che in altre pubblicazioni in tutto il mondo.

Nella sua lunga carriera lavorativa ha porato aventi moltissimi progetti sul sociale, tra cui uno a lungo termine che analizza le ricadute radiottive sugli adulti e bambini di Cernobyl.
Dichiarazione di Olivia Arthur presidente di Magnum Photos
Riporto la dichiarazione del presidente della Magnum Photos, Olivia Arthur, e le riflessioni dei colleghi fotografi di Fusco, Peter van Agtmael, Bruce Davidson, Gilles Peress ed Eli Reed, in occasione della morte di Paul.
“È con immensa tristezza che annunciamo la scomparsa del nostro grande collega e amico Paul Fusco. Paul è membro della comunità Magnum dal 1973 e sarà ricordato dai suoi colleghi per la sua incredibile gentilezza, la profonda sensibilità e l’umanità che ha portato alla sua fotografia.
Entusiasmandosi con i suoi soggetti, e fotografandoli con molto rispetto, Paul ha raccontato storie che vanno dalla brutalità della polizia a New York agli effetti a lungo termine del disastro di Chernobyl e alle persone che vivono con l’AIDS in California.
Nel 1968 fotografava gli spettatori in fila lungo il percorso del treno funebre di Bobby Kennedy da New York a Washington, catturando l’emozione della nazione e diventando una delle più celebri serie di fotografie dell’epoca.
I fotografi Magnum di tutte le generazioni lo ricordano per l’ispirazione che il suo lavoro ha dato loro e per la sua generosità all’interno della comunità. La sua presenza mancherà e la sua eredità sarà ricordata”.