Jane Evelyn Atwood
Jane Evelyn Atwood è una della maggiori fotoreporter del mondo. Nata a New York nel 1947 si trasferisce a Parigi nel 1971. Affascinata dalle persone e dall’idea di esclusione, riesce a penetrare in universi che la maggior parte di noi non conosce o preferisce ignorare. Le sue storie sono esplorazioni in profondità che derivano dalla sua capacità di dedicare ad esse tutto il tempo e l’attenzione necessari, attraverso un coinvolgimento profondo, ma senza alcuna rinuncia all’oggettività.
Nel 1976 la Atwood acquista la sua prima macchina fotografica e comincia a scattare foto alle prostitute Parigine. Nel 1980 vince il primo Premio Eugene Smith, in parte grazie alla forza del suo lavoro sulle prostitute, per un’altra storia che aveva appena iniziato: “blind children”.
Negli anni successivi la Atwood ha seguito una serie di progetti scelti con molta attenzione e sempre realizzati con lo stesso suo approccio appassionato e personale, tra di questi un reportage durato 18 mesi su un reggimento della Legione Straniera, seguendo i soldati da Beirut al Chad; una storia di 4 anni e mezzo di una delle prime persone ad aver contratto l’ AIDS in Europa che rilasciasse il consenso per la pubblicazione delle immagini (la Atwood rimase con lui fino al giorno della sua morte); uno studio di 4 anni sulle vittime delle mine antiuomo che l’hanno portata in Cambogia, Angola, Kosovo, Mozambique e Afganistan; un progetto a colori di 3 anni su Haiti.
Jane Evelyn Atwood racconta di storie che la catturano e dedica alla narrazione della storia tutto il tempo necessario (in alcuni casi anni) per approfondire l’argomento. Nel 1989 ha iniziato a fotografare le donne incarcerate riuscendo, col tempo e la perseveranza, ad ottenere accesso ad alcune delle peggiori e più pericolose prigioni del mondo. Questo lavoro monumentale durato 10 anni (40 prigioni in 9 paesi) rimane il lavoro più definitivo sulle donne incarcerate.
La particolarità della Atwood come fotografo si cela nel suo approccio dettagliato, descrive il suo metodo di lavoro come “ossessivo” cioè non si sposta dall’argomento finché non le risulta completamente capito e finché le sue immagini non riflettono la relazione che esiste tra l’argomento e come lei vi si relaziona.
Jane Evelyn Atwood ha inoltre coperto servizi di avvenimenti importanti come il terremoto nel Kob (1995); l’attacco alle Torri Gemelle nel Settembre del 2001; la Convention del National Democratici del 2004.
La Atwood ha pubblicato 13 libri tra cui:
Nächtlicher Alltag, on sulle prostitute Parigine (Mahnert-Lueg Verlag, Munich, 1980); Extérieur Nuit, sui non vedenti (Actes Sud, 1998); Trop de Peines, Femmes en Prison (Albin Michel, 2000) e Too Much Time, Women in Prison (Phaidon Press Ltd., 2000), sulle donne incarcerate; Sentinelles de l’Ombre (Le Seuil, 2004), sulla devastazione delle mine antiuomo in Cambodia, Mozambique, Angola, Kosovo, and Afghanistan; À Contre Coups (with Annette Lucas), 15 ritratti di donne francesi che sono sopravvisute ad abusi (Editions Xavier Barral, 2006); Haïti (Actes Sud, 2008); and Badate, un lavoro sul fenomento dell’immigrazione delle donne Ukraine che diventano poi badanti per gli anziani italiani (Silvana Editoriale, Milan, 2008).
Nel 2018 viene pubblicato Pigalle People, un lavoro che risale al periodo 1978-1979 mai pubblicato o visto prima. Questo è uno studio intimo in bianco e nero, sui transgender del famigerato distretto a luci rosse di Parigi: Pigalle.
Ha inoltre lavorato e pubblicato lavori per, LIFE Magazine, The New York Times Magazine, Stern, Géo, Paris Match, The Independent, Telegraph, Libération, VSD, Marie-Claire and Elle, ed altri. Ha inoltre lavorato su commissione per Organizzazioni Umanitarie Internazionali, Istituti governativi e musei.
Le immagini della Atwood sono apparse in numerose collezioni private e pubbliche e sono state esposte in tutto il mondo.