Saul Leiter
Saul Leiter (Pittsburgh, 3 dicembre1923 – New York, 26 novembre2013) è stato un fotografo e pittore statunitense, i cui primi lavori negli anni ’40 e ’50 costituirono un importante contributo a quella che venne riconosciuta come la scuola di fotografia di New York.
Nonsostante si avviasse ad un brillante carriera da fotografo, Leiter continuo’ a dedicarsi alla pittura, che non ha mai abbandonato, con discreto successo. I suoi quadri vennero esposti nelle gallerie piu’ importanti di New York. La pittura si impresse indelebilmente nelle meravigliose fotografie che di li’ a poco avrebbe cominciato a scattare.
Sebbene all’inizio scattasse in bianco e nero, Leiter passo’ presto al colore. Nel 1957 la conferenza “Experimental Photography in Color” che si tenne al MoMA, lo riconobbe ufficialmente come autore “a colori”. Le qualita’ dei suoi scatti fu subito apprezzata dal mondo della moda nel quale lavoro’ per 20 anni, collaborando con riviste e magazine come Esquire Harper’s, Bazaar Show, Elle, British Vogue, Queen, e Nova.
“Una finestra ricoperta di gocce di pioggia mi affascina cento volte di più del ritratto di un personaggio famoso”. Non potrebbe esserci frase migliore, per raccontare la filosofia di Saul Leiter, gigante della fotografia di strada, o street photography come direbbero gli anglofili. Un maestro che usava i colori come tempere in una tavolozza e New York come tela ideale della sua arte. Fatta di toni saturi, atmosfere rarefatte e rivoluzionarie inquadrature sghembe. Sghembe solo in apparenza. A tal proposito viene in mente quello che il cantante brasiliano Joao Gilberto rispose ai suoi detrattori che lo accusavano di stonare quando, nel 1959, pubblicò Desafinado. “Le mie non sono affatto “stonature” ma nuove sonorità, note che non avete mai ascoltato prima”. E inquadrature mai viste prima erano quelle di Leiter, che firmava opere personalissime capaci di offrire allo spettatore un nuovo modo di vivere la realtà. Una realtà vissuta soprattutto d’inverno. Saul, protagonista della collettiva It Was All a Dream alla Greenberg Gallery di NY fino al 6 febbraio, è stato il più grande di tutti a raccontare le stagioni più fredde. Nessuno meglio di lui ha saputo ritrarre le giornate di pioggia e le strade innevate. Trasformando la malinconia tipica di certi pomeriggi di gennaio in ottimismo e leggerezza. Il brulicare di ombrelli e pozzanghere, traffico e impermeabili, trasformato in poesia.
Nel frattempo pero’ Leiter continuava a scattare foto per le strade di New York, per puro piacere personale. Le foto scattate in questo periodo rimasero nell’archivio privato di Leiter fino agli ‘90. Quando il fotografo americano decise di mostrarle al pubblico, queste fotografie si rivelarono dei veri e propri capolavori che collocano Leiter nel gotha della street photography, al pari dei piu’ conosciuti William Klein e Robert Frank, mostri sacri della “scuola newyorchese”. Ma la New York di Saul Leiter e’ meno rabbiosa e degradata di quella di Klein e Frank. Leiter prefersice cogliere l’ armonia che si crea nel caos metropolitano, ama sovrapporre i piani, accostare magicamente i colori, come in quadro. Ama guardare attraverso i vetri appannati, attraverso i finestrini dei taxi, nei riflessi di uno specchio, trasformando la metropoli in una composizone astratta, un’opera d’arte. “Devo ammettere che non sono un membro della scuola del brutto. Ho grande rispetto per certe nozioni di bellezza anche se per alcuni sono ormai idee vecchio stile. Certi fotografi pensano che, ritraendo la tristezza delle persone, stiano trattando un tema serio. Io non penso che l’infelicità sia più profonda della felicità.”
Nel 2005 fu allestita la prima mostra composta esclusivamente da fotografie a colori alla Howard Greenberg Gallery di Manhattan. In seguito ha esposto tra gli altri al Milwaukee Art Museum e alla Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi.
Nel 2006 è stato stampato il libro Saul Leiter: Early Color, che lo consacra come esponente di punta della New Color Photography. Martin Harrison, authore e curatore del libro, descrive cosi’ l’opera di Leiter : “ La sensibilita’ di Saul Leiter lo colloca al di fuori del confronto viscerale con l’ansia urbana associato tradizionalemente a fotografi come William Klein e Robert Frank . Per Leiter la macchina fotografica e’ uno strumento che fornisce un altro modo di guardare, un modo diverso di comporre gli eventi ed interpretare la realta’. Cercava momenti di quiete nel turbine di Manhattan, forgiando una pastorale urbana dalle piu’ improbabili circostanze”
fonte: Saul Leiter Foundation