Una redazione in cerca d’autore: Daido Moriyama

Daidō Moriyama

Daidō Moriyama

nasce ad Osaka (Ikeda-shi) nel 1938 ed è  considerato uno dei maggiori esponenti della fotografia di strada giapponese. Tra i lavori per cui è più famoso c’è Eros, pubblicato nel 1969 sulla rivista giapponese Provoke, che mostra le immagini di una notte trascorsa con una amante in una stanza d’albergo. Ha inoltre esposto le sue opere in musei e gallerie di tutto il mondo, fra i quali la Tate Modern di Londra, il MoMA di San Francisco, il Metropolitan Museum di New York e la Fondation Cartier di Parigi.

Le sue prime pubblicazioni furono legate al gruppo fotografico VIVO, sciolto dopo pochi mesi dalla sua entrata effettiva, e alla rivista Provoke. Le sue fotografie colpivano per l’enorme potere emotivo, fortemente evidente grazie anche al  suo approccio quasi intimo con i suoi soggetti.

Moriyama  si definisce come un viaggiatore solitario, e lui stesso racconta di aver trovato ispirazione per il suo lavoro nel libro “On the Road” , dello scrittore americano Jack Kerouac, un vero e proprio cult degli anni ‘60 : “In quegli anni leggevo molti libri e molte cose mi colpivano, ero estremamente ricettivo e aperto – spiega Moriyama – Jack Kerouac aveva il dono di riuscire a trasmettere immagini fotografiche dei suoi viaggi attraverso la macchina da scrivere: questa sua capacità ha influenzato e condizionato il cammino che poi ho intrapreso. Quel che mi colpì molto di On the Road furono il tema della libertà e del vagabondaggio: il fatto di viaggiare per il gusto di farlo, senza una meta precisa. La realtà del viaggio è quel che io vivo spostandomi, non tanto un luogo dove arrivare”.

La fotografia di Moriyama racconta il collasso della societá tradizionale giapponese del dopoguerra, attraverso immagini che raccontano frammenti di vita urbana colti nel turbinio caotico di Tokio. Le sue fotografie sono forti, provocatorie, caratterizzate da un bianco e nero molto contrastato, da soggetti spesso leggermente fuori fuoco, e da una grana molto evidente. Uno stile definito bene dal termine giapponese “Sakka”, che significa, lacerare, graffiare. Uno stile che e e’ diretta espressione del modo di essere di Moriyama: ““È il tono del mio mondo interiore, delle emozioni e dei sentimenti che provo ogni giorno per le strade di Tokyo”. Uno stile in cui molti hanno rilevato delle affinita’ con William Klein che, dall’altra parte del globo, nello stesso periodo raccontava New York con la stessa “cattiveria” con cui Moriyama raccontava Tokio. Affinitá celebrata della splendida mostra William Klein + Daido Moriyama tenutasi alla Tate Gallery di Londra a fine 2012.

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